Manhattan, 26 Luglio 1928 – St Albans, 7 Marzo 1999
Se può essere scritto, o pensato, può essere filmato.
Stanley Kubrick è stato uno dei registi più celebri del XX secolo, autore di alcuni dei più grandi capolavori della storia del cinema, tra cui “2001: Odissea nello spazio”, “Arancia Meccanica”, “Shining” e “Full Metal Jacket”.
Il cineasta nasce il 26 Luglio del 1928 a New York da genitori di origine ebraica. Sin dall’infanzia, Kubrick si rivela un bambino particolare con interessi fuori dal comune per ragazzi della sua età, tra cui la mitologia greca e gli scacchi. Nei primi anni della sua adolescenza, il regista comincia ad appassionarsi alla musica, in particolare al genere jazz.Sempre da adolescente, Kubrick comincia inoltre a coltivare un interesse per la fotografia, che lo porterà ad intraprendere la carriera di fotografo professionista, che inizierà nel 1945 con la vendita alla rivista Look di una foto di un giornalaio amareggiato dopo aver appreso la notizia del decesso di Roosevelt. In questi anni sposerà la sua ragazza del liceo, Toba Metz, dalla quale divorzierà nel 1951.
Durante gli anni di attività come fotografo, Kubrick scopre la sua passione per il cinema e, dopo una settimana passata a guardare vecchie pellicole presso il Museum of Modern Art, l’uomo comincia a studiare l’arte cinematografica presso l’Accademia.
Dopo quattro anni di studio, il regista dirige il suo primo lavoro, un documentario autoprodotto chiamato “Day of the Fight”, basato sulle attività quotidiane di Walter Cartier, noto pugile newyorchese. Il giovane vende il suo cortometraggio alla famosa casa di produzione cinematografica RKO Pictures, la quale gli finanzia un altro lavoro, “Flying Padre”, che narra la giornata di un parrocchiano del New Mexico che utilizza un piccolo aeroplano per spostarsi da una funzione all’altra.
Nei primi Anni Cinquanta, Kubrick lascia il suo posto da fotografo per fare il regista e si dedica alla produzione di un lungometraggio chiamato “Paura e desiderio”, ambientato durante la guerra. Nel ’55, dirige la pellicola “Il bacio dell’assassino”, film che attirerà l’attenzione della United Artists Corporation, casa di produzione fondata da Charlie Chaplin, che gli offrirà un contratto. Sul set conoscerà Ruth Sobotka, con la quale si sposerà per poi divorziare nel 1958. In seguito, produrrà “Rapina a mano armata”, lungometraggio ammirato dalla critica, ma ignorato dal pubblico.
Il primo grande successo di Kubric, arriverà l’anno successivo quando l’uomo realizzera l’adattamento cinematografico del romanzo “Orizzonti di gloria”, finanziato dall’attore e produttore Kirk Douglas, uno delle personalità più importanti della storia del cinema statunitense. É qui che conoscerà l’attrice Christiane Kubrick, con la quale rimarrà sposato fino alla morte e dalla quale avrà due figlie. Grazie alla collaborazione con Douglas, Kubrick, viene incaricato di dirigere “Spartacus” (1959), che vincerà ben 4 Premi Oscar.
Il regista si trasferisce a Londra e nel 1962 realizza la trasposizione cinematografica del romanzo drammatico di Vladimir Nabokov “Lolita”, in collaborazione con lo scrittore stesso che invece si occupa della sceneggiatura. L’anno successivo, Kubrick si dedica alla commedia “Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, opera satirica ambientata negli anni della Guerra Fredda, che riceverà un grande successo e tre nomine agli Academy Awards.
Nel ’68, Kubrick realizzerà uno dei capolavori più memorabili della storia del cinema, “2001: Odissea nello spazio”, pellicola fantascientifica che affronta il tema dell’esistenza umana e della vita extraterrestre. Il film viene nominato agli Oscar in diverse catagorie e vince “Migliori effetti speciali”.
Dopo tre anni, il regista dirige “Arancia meccanica”, una delle opere più controverse ed influenti della sua carriera e dell’intero settore cinematografico. Caratterizzato da un’ironia perversa e violenta, il film verrà censurato in vari paesi e avrà un tale impatto sul pubblico di quegli anni che molti dei malviventi inglesi dichiareranno di essersi ispirati alla pellicola per compiere i loro crimini e per questo il regista sarà costretto a ritirare l’opera dai cinema. Tuttavia, “Arancia meccanica” riceverà 4 nomination agli Oscar e diventerà una delle pietre miliari della storia del cinema mondiale.
Nel 1975, esce “Barry Lyndon”, tratto dal romanzo del 1500 di William Makepeace Thackeray. L’opera non avrà successo ai botteghini, ma riceverà comunque 7 nomination ai Premi Oscar.
Cinque anni dopo, nel 1980, arriva “Shining” basato sul libro di Stephen King, un altro dei capolavori del regista e primo lavoro di genere horror della sua carriera. Con questo film con protagonista Jack Nicholson, Kubrick illustra lo stereotipo della “famiglia americana”: la storia narra di una famiglia costretta a passare l’inverno in un grande hotel, che, dopo poco tempo, diventerà luogo di un vero e proprio massacro. “Shining” avrà un grande successo ai botteghini e molte scene diventeranno cult per gli appassionati del genere.
Dopo la parentesi horror di “Shining”, Kubrick torna al genere “guerra” nel 1987, con “Full Metal Jacket”, film ambientato durante la guerra del Vietnam, e che racconta uno spaccato sull’esperienza psicologica dei soldati che, bomba dopo bomba, perdono la loro umanità. Anche questo capolavoro si distingue per le scene violente e satiriche.
Negli anni successivi a “Full Metal Jacket”, Kubrick si dedicherà a due progetti che, però, non verranno mai portati a termine: il primo, “Aryan Papers” dedicato all’Olocausto e il secondo “A.I.”, insieme a Steven Spielberg.
“Eyes Wide Shut” del 1999 sarà l’ultimo lavoro di Kubrick. Il film, che vede come protagonisti Tom Cruise e Nicole Kidman, è stato tratto dal libro di Arthur Schnitzler “Doppio sogno” ed è un dramma psicologico incentrato sulla vita matrimoniale. Il regista, purtroppo, morì d’infarto nel marzo del 1999 e quindi non poté completare il montaggio della colonna sonora del film, che venne finito da Steven Spielberg.
I funerali di Kubrick si tennero nella cittadina inglese di Childwickbury, nel quale venne anche sepolto il corpo del regista.